Lorenzo Bersini
Sintesi del percorso del vino
Tutto ha inizio nel 2011 a Torino nella sede di Piazza Castello.
Per conto di un amico architetto mi occupo di eseguire delle ricerche sugli inchiostri e vengo a conoscenza dell’inchiostro Ferrogallico.
Questo inchiostro è di certo tra i più antichi e importanti della storia, attualmente lo si trova con una formulazione in soluzione acquosa, con gallato di ferro, tannini e sale ferroso.
Andando più in profondità nella ricerca, emerge che questo inchiostro è stato inventato da alcuni monaci, che all’epoca gli scribi realizzavano manoscritti con inchiostro Nerofumo, ricavato dalle lampade del tempo.
Tale inchiostro aveva un difetto, era altamente corrosivo e consumava rapidamente i pennini, a tal proposito iniziarono a sperimentare un nuovo inchiostro, in una soluzione non ben definita, tradotta e formulata ai nostri tempi in soluzione acquosa, con aggiunta delle Galle ( bacche della quercia) dall’alto contenuto tannico, sale ferroso e altri metalli.
A mio avviso la soluzione era vino, in quanto questo elemento contiene già in natura, piccole parti degli elementi necessari alla realizzazione di questo inchiostro.
Lo stesso Michelangelo ha realizzato tutti i suoi bozzetti con inchiostro ferro gallico diluito nel vino bianco
Incuriosito effettuai delle ricerche per vedere se vi erano Artisti che utilizzavano il vino per realizzare i dipinti, ne trovai alcuni che utilizzavano questa tecnica, Enoarte e Vinette ( Il vino che invecchia e muta il suo colore sulla tela ).
Premetto che la mia attività di quel tempo era l’esportazione di vini e nei tempi liberi disegnavo con le matite ( dalla B1-alla B9) (dalla H1-alla H9), terminavo il mio studio sulla taxturizzazione dell’incarnato nel figurativo.
Affascinato dal poter realizzare dipinti col vino, iniziai il mio studio con le conoscenze acquisite dalla mia professione nel mondo dei vini, un prodotto che di certo non mi mancava, avevo titoli provenienti da tutta Italia. Iniziai realizzando delle cartelle cromatiche di ogni vino, per avere un idea di quali colori potevo disporre. La sorpresa iniziale fu che un singolo vino aveva cromalin diversi, a secondo del territorio e del terreno in cui erano disposti.
La gamma raggiunta complessiva era:
Una serie di viola, rossi, marroni, gialli molto tenui
La mutazione dei colori avviene una sola volta una volta che il vino va a contatto dell’ossigeno, quindi per utilizzare dei colori stabilizzati ho provveduto ad ossidare i vini prima di utilizzarli per dipingere, versandoli in vasetti lasciano uno spazio significativo per l’ossigeno.
Per ottenere una densità cromatica significativa utilizzo la tecnica delle velature sovrapposte, per cui si attende l’asciugatura tra una velatura e l’altra.
I toni molto scuri si ottengono dal Sali minerali che precipitano sul fondo i Tartrati, vengono prodotti in piccole quantità, quindi sono preziosi a vanno utilizzati con cura e attenzione, in quanto asciugano molto rapidamente.
La reazione degli aceti
Gli aceti hanno il pregio di scatenare una reazione chimica, trasformando il rosso di un lambrusco che sovrapposto ad un aceto di barolo diventa verde ed una berbera invece diventa azzurra.