Rocco Borella
Uscito, al termine degli studi, dal collegio dei Padri Benedettini, nel 1938 si iscrisse ai corsi serali dell’Accademia di Belle Arti di Genova, avendo iniziato a lavorare all’Ansaldo. Del 1946 la prima mostra personale: ‘…alla Galleria Isola espongono…forse per la prima volta, Giannetto Fieschi, Emilio Scanavino e Rocco Borella…pittori che costituiscono la punta avanzata dell’arte a Genova’ racconta il critico Germano Beringheli che aggiunge, su Borella ‘…avvia la scomposizione dei piani verso una regola razionale, aprendosi così alla straordinaria e futura avventura dei suoi cromemi'[2]. Borella dal 1958 iniziò l’insegnamento al Liceo Barabino [3], dai primi anni sessanta all’Accademia ligustica di belle arti ed alla scuola siderurgica dell’Italsider; la docenza rappresentò un capitolo importante sia per l’uomo che per il pittore. Innumerevoli le esposizioni in Italia ed all’estero, dalla Biennale di Venezia a quella di San Paolo del Brasile alla Quadriennale di Roma, fino alle mostre museali quali l’antologica che gli ha dedicato la Sua città in Villa Croce e Calice Ligure presso la Casa del Console. Fu Gian Paolo Barosso che coniò, nel 1960, il termine ‘cromemi’ a similitudine dei fonemi, unità minime distintive del suono in linguistica, del colore nella ricerca di Borella: luce e spazio in una pittura di analisi del cromatismo, astratta ma concreta, bande ritmate orizzontali o verticali, con modulazioni ora leggere, ad aloni, ora intense ed omogenee, a strutturare l’immagine delle Sue opere[4]. L’Archivio delle opere dell’Artista ha sede a Genova a cura dell’Associazione Rocco Borella.